|
LIBRI & SEGNALAZIONI
NOVITA'
EDITORIALE in ambito internazionale
Studies in
Gestalt Therapy: Dialogical Bridges
E' in gestazione questa nuova rivista internazionale
(in lingua inglese), nata dallo scambio scientifico tra l'Istituto
di New York, l'Istituto di Gestalt HCC e un Istituto tedesco, con l'intento di creare
dialoghi scientifici e clinici (1) tra la psicoterapia della
Gestalt e altri approcci contemporanei e (2) tra le origini del
nostro approccio e il pensiero filosofico attuale e i problemi
clinici attuali.
I Direttori sono Dan Bloom (New York), Margherita
Spagnuolo Lobb (Italia) e Frank-M. Staemmler (Germania).
Molti i collaboratori internazionali.
Il primo numero, dedicato al tema "Self and
Intersubjectivity", uscirà a gennaio 2007.
Per info da agosto su
www.studies-in-gestalt.it
Scarica la brochure (.pdf)
|
Quaderni di Gestalt
L'Istituto di Gestalt H.C.C
pubblica dal 1985 semestralmente la rivista
Quaderni di Gestalt.
E’ possibile consultare l’indice dei numeri arretrati e
acquistarli sul sito
www.gestalt.it
Per abbonarti o inviare
proposte di pubblicazione: Ufficio Editoriale, via S. Sebastiano, 38- 96100 Siracusa
(Italia); fax +39-931-483646, e-mail:
studies@gestalt.it
E' disponibile l'ultimo volume dei
Quaderni di Gestalt il
numero 34-35
dedicato al tema dei disturbi
alimentari.
I contenuti sono i seguenti:
Editoriale
Margherita Spagnuolo Lobb
RELAZIONI
Il disturbo iperfagico: un
modello gestaltico di lettura e di intervento
di Maria Grazia Fiorini
Dalla bocca alla persona.
L’esperienza anoressica e bulimica in gruppo
di Giuseppe Cannella e Piero
Cavaleri
La psicoterapia della
Gestalt con i bambini
di Giuseppina Adamo e
Elisabetta Conte
RACCONTI DALL'ESTERO
Storia
della psicoterapia della Gestalt in Spagna
di Carmen Vázquez Bandín
CONGRESSI
8th International Conference of Gestalt Therapy,
Napoli 2002
INTERVISTE
Processi
creativi in psicoterapia della Gestalt
di Joseph Zinker e Margherita Spagnuolo Lobb
RECENSIONI
POESIE
E' in stampa il
numero 36-41
dei Quaderni di Gestalt
Vi anticipiamo i contenuti:
Editoriale
Margherita Spagnuolo Lobb
RELAZIONI
L’esperienza del morire come ultimo importante atto del vivere
umano.
Manuela Partinico, Elisabetta Conte e Maria Mione
Il sentimento di gratitudine alla
fine di un percorso psicoterapico.
Tra analisi kleiniana e
psicoterapia della gestalt
Teresa Borino e Viviana Polizzi
Teoria evolutiva e pazienti gravi in psicoterapia della Gestalt.
Il caso di Giulia.
Barbara Buonomo e Giovanna
Giordano
INTERVISTE
Affrontare la morte.
Daan
van Praag intervistato da Malcolm Parlett
TESTIMONIANZE
Vivere con il morire.
Ken Evans
La morte, per esempio….
Anna Fabbrini
DIALOGHI
Presenza e attualità dell’approccio gestaltico-olistico alla
malattia.
Adriana Schnake
RACCONTI DALL’ESTERO
Short history of Gestalt therapy in Russia
Natasha Khlomov
CONGRESSI
EAGT, Praga, settembre 2004
Messico, Mexico City, Querétaro, febbraio 2005
FIAP, Siracusa, aprile 2005
NVAGT, Amsterdam settembre 2005
RECENSIONI
NOTA: Se qualcuno
di voi volesse partecipare alla descrizione dei congressi su
indicati, può mandare un messaggio a
training@gestalt.it
Il
numero 41-42
della
rivista, in uscita per fine anno, sarà dedicato a "Psicoanalisi e
Gestalt therapy"
|
SPAGNUOLO LOBB/AMENDT-LYON
(Eds.)
Creative
License.
The Art of Gestalt Therapy
pubblicato da Springer/Vienna, New York nel
2003
Il
libro
rivisita il concetto di creatività e adattamento
creativo in psicoterapia della Gestalt in 22 capitoli scritti dai
più autorevoli gestaltisti in ambito internazionale. Il ruolo
della creatività viene esplorato nei suoi risvolti pragmatici e
teorici e gli autori offrono inediti contributi che consentono non
solo un nuovo sguardo alla ricchezza della nostra storia e del
nostro testo fondativo, ma anche un confronto vivace con altre prospettive
psicoterapeutiche e filosofiche contemporanee.
Il libro è ora disponibile anche nella traduzione tedesca
SPAGNUOLO LOBB/AMENDT-LYON (Hrsg.),
Die Kunst der Gestalttherapie,
Springer: Vien, New York, 2006
e nella traduzione francese,
dal titolo
SPAGNUOLO LOBB/AMENDT-LYON
(Ed.),
Permis de Créer: L'art de la Gestalt-thérapie
(ISBN: 978 2 913706 37 1), L'Exprimerie, Bordeaux, 2006
Di
prossima pubblicazione anche la traduzione italiana
SPAGNUOLO
LOBB/AMENDT-LYON (a cura di), Il permesso di
creare. L'arte della psicoterapia della Gestalt,
Angeli, Milano, 2006
|
Laura Perls
e Gestalt Therapy
Si tratta di un documentario di 90 minuti,
prodotto in lingua tedesca e ora disponibile anche nella versione inglese, realizzato da Christof
Weber e Wolf Linder del Deutsche Vereinigung fur Gestalttherapie
e. V. sulla vita e sul lavoro di Laura Perls.
Laura Perls, co-fondatrice della Psicoterapia
della Gestalt, ha influenzato profondamente lo sviluppo di questo
approccio fino ad oggi. Il film è stato realizzato in occasione
del centenario della nascita di Laura Perls (1905-1990).
Attraverso documenti storici e interviste con
contemporanei, il documentario illustra la sua vita e riconosce
il determinante contributo di Laura alla nascita e allo sviluppo
della Gestalt Therapy. Vengono inoltre presentati esempi clinici e
commenti da parte di Laura e Fritz Perls e di loro allievi
riguardanti i principi della psicoterapia della Gestalt e i suoi
rapporti con la psicoanalisi.
Il dvd, che costa 35 euro + spese di
spedizione, può essere richiesto a:info@dvg-gestalt.de
|
Eugène Minkowski
Verso una
cosmologia
Frammenti filosofici
Introduzione di Eugenio Borgna
Einaudi 2006, Euro 22
La lettura di questo libro per un terapeuta della Gestalt è al
tempo stesso un incontro con le proprie radici epistemologiche e
un’apertura verso possibilità di ricerche future, stimolate da
spunti a volte frammentari, ma capaci sempre di sbalzare
l’attenzione verso l’irriducibile freschezza e novità dell’ovvio.
“Verso una cosmologia” è un testo pubblicato per la prima volta
nel 1936 e ora disponibile in Italia grazie all’edizione della
Biblioteca Einaudi e all’introduzione di Eugenio Borgna.
E’ il libro che chiude la trilogia di Minkowski dopo “La
schizofrenia” e “Il tempo vissuto”, ed è uno studio sulla
percezione e più precisamente sul sentire, declinato nelle sue
varie modalità sensoriali.
L’autore, uno dei primi e più raffinati studiosi che traccia
l’incontro fra fenomenologia e psicopatologia, ci offre,
attraverso un linguaggio poetico dalle inattese aperture, un testo
esemplare e vivo che ci consente di avvicinare l’esperienza della
‘posizione’ fenomenologica e di attraversarla “in vivo”. Un libro,
afferma Borgna nella sua introduzione, “così attuale e così
prodigiosamente vicino ai grandi problemi della condizione umana
che, ieri come oggi, non può essere colta nei suoi abissi di
significato psicologici e psicopatologici se non con un linguaggio
estraneo a ogni gergalità e ad ogni riduzionismo terminologico”.
Oltre ad essere un esempio attualissimo di fenomenologia viva, il
testo offre alcuni spunti illuminanti di confronto con la
posizione psicoanalitica, come ad esempio la critica alla visione
del lavoro artistico, indebitamente ridotto, secondo l’autore,
all’espressione sublimante di un conflitto affettivo che non dà
ragione dello slancio creativo, il quale trae forza da ben altre
inquietudini e ricerche.
Questo slancio creativo non proviene infatti da un conflitto
affettivo intrapsichico, ma da quello che Minkowski chiama
conflitto “antropo-cosmico”, un conflitto, cioè, che si tende fra
le forze irrimediabilmente contrapposte fra individuo e ambiente,
fra uomo e cosmo. Come non ritrovare assonanze significative con
il concetto gestaltico di adattamento creativo, ricerca di una
sintesi tutt’altro che intrapsichica che si srotola sulla linea di
confine in cui l’ambiente e l’organismo si incontrano e
con-finiscono?
G.F.
|
Giacomo Rizzolatti,
Corrado Sinigaglia
So quel che fai
Il cervello che agisce e i neuroni specchio
R. Cortina, 2006, Euro
21
La scoperta dei neuroni mirror, avvenuta a metà degli anni ’90 ad
opera di Giacomo Rizzolatti e collaboratori dell’Università di
Parma, ha aperto nuove e rivoluzionarie prospettive di ricerca
nell’ambito delle neuroscienze, con conseguenze che stanno
attraversando ambiti disciplinari diversi come la psicologia, la
pedagogia, la sociologia, l’antropologia, la linguistica.
I mirror costituiscono una popolazione neuronale che presenta un
funzionamento davvero eccezionale: essi si attivano non solo
quando il soggetto compie un’azione, ma anche quando vede un altro
compierla oppure avere l’intenzione di compierla. Inoltre, il
sistema mirror si attiva allo stesso modo quando il soggetto prova
un’emozione e quando vede un altro provarla.
Questo libro, scritto da Rizzolatti (Direttore del Dipartimento di
Neuroscienze dell’Università di Parma) e da Sinigaglia (che
insegna Filosofia della Scienza all’Università di Milano), ha il
merito di presentare con chiarezza i risultati di queste ricerche
e di evidenziarne le implicazioni cognitive, comunicative e, in un
certo senso, relazionali.
Per noi gestaltisti è particolarmetene interessante trovare la
corrispondenza con alcune nostre linee epistemologiche di fondo.
Alcuni esempi: c’è una comprensione che non è cognitiva, ma
immediatamente presente nell’azione (“il cervello che agisce è
anche e anzitutto un cervello che comprende”, pag 3); la realtà
non è indifferente o neutra, ma già eccitante e intenzionata (“…la
tazzina funge da polo d’atto virtuale (…) la vista della tazzina
non sarebbe che una forma preliminare d’azione, una sorta di
appello ad agire che (…) la caratterizza come qualcosa da prendere
per il manico, con due dita, ecc., identificandola così in
funzione delle possibilità motorie che essa racchiude”, pag.
47-48); l’individuo/organismo separato dal suo ambiente/contesto è
un’astrazione (“Ciò mostra quanto radicato e profondo sia il
legame che ci unisce agli altri, ovvero quanto bizzarro sia
concepire un io senza un noi”, pag 4).
Inoltre è sorprendente trovare nel testo autori a noi molto
familiari e persino costitutivi delle nostre radici (G.H. Mead, W.
James, M. Merleau-Ponty) che vengono citati e valorizzati per aver
fornito ante-litteram alcune delle più precise descrizioni
fenomenologiche dell’esperienza intersoggettiva, oggi ampiamente
confermate da queste scoperte. A questo proposito viene citato
anche Daniel Stern (il quale nei suoi lavori cita a sua volta
ampiamente queste ricerche) in quanto il sistema dei mirror
sarebbe alla base dell’intersoggettività, quell’esperienza di
reciprocità (“io so che tu sai che io so…”) che costituisce la
matrice fondamentale delle interazioni umane.
Un libro, dunque, che offre un accessibile aggiornamento su queste
ricerche e conferma la validità delle straordinarie intuizioni
teoriche dei nostri fondatori attraverso un differente linguaggio
e in un ambito di indagine attiguo alla nostra quotidiana
esperienza clinica.
G.F.
|
James W. Barron (a cura di)
Dare un senso alla
diagnosi
R. Cortina, 2005, Euro 35
Il DSM, nelle varie edizioni che si sono susseguite dalla sua
prima stesura nel 1951, è diventato il riferimento principale per
quanto riguarda la classificazione e la diagnosi dei cosiddetti
“disturbi mentali”. Si tratta di uno strumento discusso e
controverso sia da parte dei ricercatori che, ancor di più, dei
clinici.
Il libro raccoglie i contributi di vari autori (ricercatori,
psichiatri, psicoanalisti, terapeuti della famiglia) che discutono
e criticano i principi, le basi, le procedure del manuale cercando
di metterne in luce i limiti e i vantaggi. L’utilità e la validità
del “sistema DSM” è sottoposta al vaglio critico dei vari autori,
alcuni dei quali si collocano a favore di un
approccio diagnostico che tenga più conto della soggettività del
paziente, del continuum dell’esperienza, della storia evolutiva,
delle relazioni interpersonali e persino del vissuto controtransferale del terapeuta. Questa critica, anche se presenta
punti di vista sistemici e che sostengono un approccio
dimensionale e complesso, origina per lo più da una prospettiva
teorica psicodinamica e psicoanalitica.
Il merito del testo è di offrire al lettore questo vivace
dibattito dando l’occasione di approfondire criticamente i vari
aspetti problematici della classificazione del DSM, prospettiva utile proprio laddove una
distanza a priori rischia di essere preconcetta e poco
argomentata, se non anche ideologica.
Al di là dell’utilità o della validità del DSM, resta l’importanza
di riflettere sulla complessità dei temi legati alla diagnosi e
alla psicopatologia: anche noi gestaltisti, che siamo stati capaci
di evidenziare più di altri le trappole e i paradossi
dell’astrazione diagnostica e della classificazione nomotetica,
non possiamo eludere questo dibattito, se non altro per collocarci
dialetticamente rispetto ad esso.
G.F.
|
|
|